Breve storia del PUP


Il Polo Universitario Penitenziario, di seguito PUP, è un contesto di studio istituito al fine di agevolare l’accesso dei detenuti ai corsi universitari e ridurre gli ostacoli che ne possono rallentare il percorso di studi. 

Il Polo di Parma è nato in forma embrionale nel 2017 su iniziativa di alcuni studenti universitari detenuti presso la Sezione Alta Sicurezza 1 della Casa di Reclusione di Parma e dal loro desiderio di veder sorgere, all’interno delle mura carcerarie, un contesto in cui poter esperire il ruolo di studenti, un luogo di scambio culturale in cui veder espresso il diritto allo studio, una possibilità di creare ponti con la comunità esterna. La loro richiesta ha trovato così accoglienza nella persona della Prof.ssa Vincenza Pellegrino, ad oggi Delegata del Rettore per le attività del PUP. Nel 2018 è stata stipulata una Convenzione tra l’Università di Parma e gli Istituti Penitenziari. Il Polo Universitario Penitenziario di Parma è diventato così il primo polo dedicato specificamente all’Alta Sicurezza nel panorama italiano. 

Da allora il PUP è cresciuto molto grazie alle progressive iscrizioni di studenti detenuti, all’ingresso delle tutor e dei tutor universitari di differenti discipline, alla proposta didattica di docenti che ha portato alla creazione di classi miste tra studenti liberi e detenuti, alla promozione di seminari su temi penitenziari, sociologici, pedagogici e letterari, interni e aperti a un pubblico esterno con l’obiettivo di coinvolgere attivamente la comunità e di creare legami con il territorio.

Si è quindi intervenuti attraverso forme di didattica, intesa come didattica partecipata da studenti esterni e da cittadini: l’idea adottata dal nostro PUP infatti è quella di “diritto allo studio” come “diritto alla classe”, al confronto, al dibattito. L’obiettivo quindi non è (sol)tanto quello di garantire l’apprendimento di nozioni e competenze attraverso lo studio individuale, ma piuttosto quello di sviluppare spazi di confronto con i docenti, con altri studenti, e con cittadini interessati, per incrementare la capacità di confrontarsi e di riflettere criticamente sulle proprie conoscenze e le proprie idee. Se questo aspetto della formazione universitaria è importante per ciascuno studente universitario, all’interno del PUP diventa l’elemento centrale. 

Tale forma di didattica innovativa si concretizza attraverso i laboratori di sociologia dei processi culturali, condotti da Vincenza Pellegrino e dal drammaturgo Vincenzo Picone presidente dell'Associazione Anellodebole, attivati in carcere a partire dal 2017, con studenti e detenuti. Questi laboratori coinvolgono ogni anno un numero importante di studenti non detenuti, di detenuti e di cittadini invitati in diverse occasioni ad assistere e partecipare al dibattito avviato nei laboratori.

In tal senso, l’esperienza del PUP si può considerare come tentativo di sviluppare una “membrana sociale” e "creare ponti" tra la città e il carcere, creare spazi di incontro, presentazione reciproca, discussione, e infine de-stigmatizzazione tra gruppi sociali molto distanti, perseguendo strategie di rassicurazione sociale non violenta.